[:it]Frammentazione Giuridica e Protezione Ambientale del Mare – video[:]
[:it]https://youtu.be/Lyq9vYQyARQ
L’Istituto di studi giuridici internazionali (ISGI) del CNR è impegnato nella ricerca giuridica in materia di sicurezza marittima da molti anni con l’obiettivo di rendere i risultati scientifici della sue ricerche quanto più possibile fruibili e utili alle istituzioni, agli operatori del settore, nonché ai cittadini. L’ISGI è anche Grant Holder del progetto MARSAFENET, realizzato nell’ambito del Programma Cost (European Cooperation in Science and Technology) finanziato dall’UE. Si tratta di un network composto da circa 80 esperti di diritto internazionale del mare provenienti da circa 23 Paesi diversi che lavorano con l’obiettivo di contribuire a colmare le lacune esistenti in tema di sicurezza marittima e trasformare i risultati scientifici in soluzioni praticabili ed effettive.
In questo contesto è nata l’idea di realizzare questo video di divulgazione scientifica che possa illustrare alcune questioni fondamentali che si pongono nel prossimo futuro e che illustri le ragioni della necessità di proclamare la Zona economica esclusiva in tutti i mari adiacenti le coste italiane. [show_more more=”read more” less=”show less” color=”#0066CC” list=”»”] Il video invita a riflettere sulle esigenze di protezione ambientale nei nostri mari e se queste siano realmente soddisfatte dagli attuali strumenti normativi. Il processo che ha infatti portato all’istituzione da parte dell’Italia della Zona di protezione ecologica (ZPE) nel Mediterraneo nord-occidentale, Mar Ligure e Mare Tirreno, avviato dalla Legge n. 61 del 2006 e perfezionato con l’adozione del DPR n. 209/2011, è stato oggetto di un difficile quanto necessario bilanciamento di interessi diversi. A distanza di alcuni anni dall’istituzione della ZPE, appare necessario valutare la scelta italiana di proclamare una zona ridotta rispetto alla Zona economica esclusiva, sia alla luce della nuova politica marittima integrata dell’UE (Integrated Maritime Policy – IMP), sia in un ottica comparativa rispetto alle scelte effettuate dagli Stati mediterranei vicini e, in particolare dagli Stati membri dell’Unione europea.
In tal senso, il video invita anche ad interrogarsi su come rafforzare la cooperazione internazionale e il rilancio di politiche di preservazione e conservazione delle aree marine transnazionali (politiche condivise dagli Stati rivieraschi in particolare dagli Stati membri dell’Unione europea) al fine di garantire la reale ed effettiva protezione ambientale nel Mar Mediterraneo. Tutte le forme di protezione devono essere basate sulla cooperazione internazionale per garantire la reale ed effettiva protezione ambientale nel Mar Mediterraneo. L’Italia non può quindi prescindere dal rafforzamento della cooperazione internazionale e dal rilancio di politiche di preservazione e conservazione delle aree marine transnazionali, condivise dagli Stati rivieraschi.
Le politiche di preservazione e conservazione delle aree marine stanno dando forma e contenuto ad un nuovo concetto di valore economico del mare. Il valore economico del mare non si misura più infatti solo in termini monetari di “guadagno/profitto” per un singolo settore, ad esempio quello dele operazioni offshore. Al contrario, il nuovo concetto di valore economico del mare si basa sulla necessaria esistenza di un ambiente marino salubre quale fonte primaria e imprescindibile di ricchezza per tutti i settori produttivi ed il loro indotto: dalla pesca al turismo alla ricerca scientifica di nuove materie prime e lo sfruttamento sostenibile di risorse energetiche. Il Governo italiano potrebbe dar maggior voce alla dimensione ambientale del valore economico del mare riducendo il rischio di danno ambientale delle operazioni economiche e l’impatto sulla scarsità delle risorse marine. Le ripercussioni di un tale cambio di prospettiva sulle attività di impresa sono potenzialmente molto importanti, perché in grado di tracciare un nuovo quadro all’interno del quale inserire il concetto di “guadagno/profitto” .
In particolare, i temi di interesse nazionale e di cooperazione internazionale per il rilancio delle attività produttive italiane in mare e per la protezione dell’ambiente marino e delle coste del nostro paese sono principalmente tre:
– impatto ambientale delle attività offshore (dare attuazione alla Nuova direttiva europea del maggio 2013 n.30);
– tutela della biodiversità marina e delle risorse biologiche all’interno ed oltre la giurisdizione nazionale (accelerare ratifica italiana del protocollo offshore alla Convenzione di Barcellona per il Mediterraneo);
– misure di contrasto all’inquinamento marino (coordinamento e dialogo tra le varie istituzioni preposte al monitoraggio e al controllo) .
Nell’ambito degli approcci elaborati a livello internazionale ed europeo, il Governo italiano potrebbe proseguire a livello nazionale nella strada di promozione e attuazione di un nuovo valore economico del mare che coinvolga la programmazione di volta in volta rilevante per tutti i settori produttivi (es. pesca, turismo, risorse energetiche..), anche al fine di promuovere l’innovazione, la ricerca scientifica, l’occupazione e l’equità sociale.[/show_more]
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